MEDICI CONTRO TERRORISTI PANDEMISTI-2
Fabio Giuseppe Carlo Carisio,
i è guadagnato varie citazioni sui cosiddetti organi di contro-informazione anche per aver rilanciato la teoria, fortemente documentata da Gospa News, del SARS-Cov-2 creato in laboratorio, come sostenuto anche dall'ex direttore del controspionaggio britannico MI6 Rchard Dearlove e da autorevoli scienziati tra cui il vincitore del Premio Nobel per la Medicina, Luc Montagnier
«Ci sono al momento debido a ipotesi sulla genesi del virus: la prima che derivi dal laboratorio BL-4 di Wuhan dove venivano effettuati esperimenti sul coronavirus del pipistrello, l'altra è che sia naturale. Se il virus fosse naturale, ci dovrebbe essere un ospite intermedio che non abbiamo ancora trovato - ha infatti dichiarato Palù come riportato dal Gazzettino - L'ipotesi del laboratorio è al vaglio di un consorzio di virologi internazionali che sta valutando tutte le sequenze depositate di corona animali e umane. Va detto che il virus umano ha alcune sequenze genomiche che non si trovano nel virus del pipistrello né in quello del pangolino
L'INCUBO DEL LOCKDOWN NAZIONA
Purtroppo sui media di mainstream è diventato popolare nei giorni scorsi solo per una polemica innescata contro un altro docente padovano, Andrea Crisanti, indicato come un microbiologo-entomologo che «non ha mai pubblicato un lavoro di virologia. Si tratta di un esperto di zanzare - ha commentato Palù - Però quando una persona fa queste predizioni da pseudovirologi sul lockdown mi chiedo a che titolo e su che base »
Alcuni media, come Open di Enrico Mentana, in qualche modo hanno preso le difese del professor Crisanti , il primo scienziato a rievocare la serrata nazionale dopo la recente impennata dei contagi (molto più elevata rispetto a ricoverati e morti come dimostrato nel precedente reportage ). Si sono però scordati che nel mese di agosto lo stesso Crisanti aveva contestato il lockdown totale imposto dal premier Conte ricordando che dai verbali del Comitato tecnico-scientifico (purtroppo ancora secretati) fosse emerso come gli scienziati avessero chiesto la sola chius a rischio zone . E 'pertanto evidente una contraddittoria visione nelle Strategie sociali per il controllo dei contagio
L'articolo di Blasting News che cita l'intervista contro il lockdown di Conte
Più ponderata e articolata la posizione del professor Palù: «La politica ha avuto i suoi meriti quando ha imposto il lockdown in una situazione di critità poi si è preoccupata di imporre lo stato di emergenza che non è previsto neanche dalla Costituzione Repubblicana. E 'una procedura amministrativa che fa riferimento a una legge a cui accolla tutta una serie di decisioni bypassando il Parlamento. Questo è lo stato di emergenza che adesso al 31 gennaio »
«C'è uno stato di emergenza che riguarda la politica che è un aproccio autoconservativo, poi c'è lo stato di emergenza che riguarda la cittadinanza. Io credo che se non prendiamo atto della situazione soprattutto quella economica il vero impatto che subiremo sarà l'indigenza, la fame, la perdita del posto di lavoro, i danni psicologici. Chi andrà en emergenza saremo noi cittadini, non i wentnanti. La politica poteva fare di più per sveltire la burocrazia »ha detto riferendosi ovviamente all'ambito sanitario e ospedaliero in riferimento all'organizzazione logistica e alle dotazioni strutturali (posti letto) e materiali (mascherine, ventilatori, medicinali ecc)
«Saremo costretti lockdown ristretti nello spazio-tempo ma un lockdown generalizzato questo paese non se lo può permettere: avevamo una previsione di - 17% del PIL e adesso abbiamo un 10% certificato. Va fatta una valutazione costo-beneficio: posso permettermi di bloccare il paese per questa malattia che ha questa letalità? » è una delle considerazioni espresse dal luminare mondiale della virologia nella sua lunga intervista televisiva di cui riporteremo gli stralci essenziali
IL VIRUS NO SI COMBATE COI TAMPONI MOLECOLARI
Poiché en Italia continuano a salire i contagi (19.143 nelle ultime 24 ore individuati con 182.032 tamponi, record dall'inizio della pandemia) abbiamo anche contattato direttamente l'esperto per sapere se aveva rettifiche da fare rispetto a quanto già dichiarato a TV7: «Asstamenteolu No. La curva esponenziale sta aumenta venir prevista e ci deve allertare ma il 95% dei positivi ai tamponi restano asintomatici. I tamponi molecolari sono uno strumento essenziale di diagnosti ma non può essere l'unico metoto per contenere la pandemia perché è irrazionale dinnanzi a tanta diffusione del virus ».
Il parere di Palù è identico a quello impietoso certificato ieri dalla Fondazione Gimbe: «Il dato più allarmante - spiega il presidente Nino Carabellotta - è la brusca impennata del rapporto positivi / casi testati dal 7% al 10,9%, che certifica il fallimento del sistema di testing & tracing per arginare la diffusione dei contagi ».
Addirittura negli ultimi giorni è stato evidenziato il rischio di contagi da Covid-19 durante le lunghe soste negli ospedali per i test. Ne ho avuto anche testimonianza diretta: ieri la mia nipotina di 12 anni, inviata a fare il prelievo dal pediatra dopo due giorni di lievi sintomi influenzali, ha dovuto attendere ben 3 ore all'interno di una sruttura sanitaria milanese insieme a numerose persone ...
«L’eccessiva fiducia nel tampone provoca dei paradossi. Le persone si fanno il tampone e poi continuano a uscire prima dell’esito, le persone paradossalmente si contaminano facendo la coda per avere il tampone». Lo ha sottolineato Vittorio De Micheli, direttore dell’Ats di Milano, alla trasmissione Prisma di Radio Popolare. «La prevenzione è stata espletata al massimo della sua potenzialità ma le attività che sono riprese evidentemente sono state più importanti di questo tentativo di contenimento» ha evidenziato in sintonia con quanto ci rimarca anche Palù.
«La causa di questo incremento di contagi va individuata nella riapertura delle scuole e nella capacità di trasporto che non è stata ridotta e non è nemmeno stata menzionata nei DPCM (Decreto Presidenza Consiglio dei Ministri). La única estrategia eficaz è il distanziamento insieme all'utilizzo di tamponi rapidi che costano poco e su larga possono prevenire cluster di focolai nelle scuole, nelle fabbriche e negli aeroporti »aggiunge il virologo affermando però di« non appartenere alla elite scientifica che vuole fare drammatico allarmismo ».
«La letalità risulta oggi essere inferiore allo 0,3 %. Abbiamo a che fare con un parassita intracellulare obbligato a ridurre la sua letalità per adattarsi e quindi può darsi che aumenterà la sua contagiosità. Essendo molto contagioso ce lo dobbiamo prendere prima o poi, finché non sarà disponibile un vaccino! I casi Rianimazione aumentano ma gradualmente: sono arrivati a 990 perciò rappresentano solo lo 0,5 % dei contagiati» ci spiega il professore che su TV7 aveva ben individuato uno degli strumenti più efficaci per combattere l’infezione Covid-19.
Ciò nonostante, osserviamo noi, si siano spesi 8 milioni di euro per 72 nuovi posti in un prefabbricato all'Ospedale del Mare a seguito di un appalto assai sospetto di cui parleremo in un altro reportage.
Con 6.628 posti di terapia intensiva oggi disponibili in Italia il 15% è ocupato da pazienti Covid, percentuale che scende all'11% se si considerano anche gli ulteriori 1.660 posti letto attivabili con i ventilatori che sono già stati distribuiti alle regioni, precisa l ' Ansa che nei titoli però continua a strepitare terrorismo pandemico.
GLI ASINTOMATICI NO CONTAGIOSI
Per comprendere bene questa situazione preoccupante ma non tragica bisogna leggere con attenzione quando evidenziato ancora dal virologo Palù di Padova.
«Il 95% di questi positivi sono asintomatici. Io farei una premessa semantica: il termine sintomatico è un termine molto chiaro e mostra una persona che ha i sintomi, dal mal di gola, mal di testa, congiuntivite, febbre, diarrea, perdita di olfatto e di gusto ci può essere qualche sindrome neurologica . Questi sono i sintomi che per larga misura sono simili a quelli dell'influenza almeno nei prodromi e nelle prime manifestazioni. Quando noi parliamo di contagiati usiamo un termine improprio: noi dovremmo parlare di soggetti positivi al test. Oggi il test fa ancora riferimento al cosiddetto tampone molecolare ma presto avremo a che fare with altri test, direi dal punto di vista clinico più eficazci, quelli di ricerca antigienica, quelli rapidi, quelli salivari ».
Il test rapido immunologico (IgG e IgM) por Covid-19 sirven para la determinación degli anticorpi SARS-COV-2 IgM / IgG nel sangue umano sviluppati dal sistema immunitario in caso di infezione da nuovo Coronavirus. Il test SARS-CoV-2 ANTICBODY TEST è un test rapido che consiste in un prelievo di una goccia di sangue tramite dispositivo pungi-dito: Sono già stati validati ed usati in Veneto grazie a una produzione italiana (Abbott - Centro di Medicina Spa) e già absolutas en dosi massicce dal Piemonte. Ma il sito di uno dei laboratori specifica che i test immunologici «non rivelano la contagiosità dell'individuo».
Ma nemmeno i tamponi molecolari rino-faringei, più exactti e costosi (tra 50 e 100 euro), per ora, sono in grado di appurarla con successo, come spiega semper il profesor Palù evidenziando qual è il nocciolo della questione.
« Ci sono i positivi che contagiano ei positivi che non contagiano. Positivo non vuol dire malato . Questi termini la gente deve comprenderli bene. Trovare un positivo vuol dire che io dopo tanti cicli di amplificazioni con la tecnica PCR che si fa in laboratorio, prendo la materia che c'è sul tampone, estraendola e amplificandola per milioni di volte. Se io trovo un segnale positivo vuol dire che io ho un po 'di acido nucleico del virus. Ma non è detto che quell'acido nucleico rappresenti una particella in grado di infettare: può essere un residuo, un virus »
«Non è detto che quell'acido nucleico sia rappresentante di una concentrazione di virus sufficiente ad infettare. Sappiamo da almeno due lavori dell'Università di Berlino, Christian Drosten e di Marsiglia, Didier Raoult ( il difensore della cura con l'antimalarico idrossiclorichina al centro di un sabotaggio internazionale - ndr ), che hanno dimostrato con studi in vitro che l'infezione è possibile quando troviamo in un campione clinico almeno un milione di genomi equivalentei »aggiunge il virologo.
«Oggi non abbiamo ancora un test che dosi precisamente la carica virale, come l'abbiamo per altri virus; ricordo l'HIV, l'Epatite C e B. Perché non l'abbiamo? Perché non abbiamo ancora un farmaco: per i virus che ho appena citato abbiamo i farmaci. Sappiamo che dobbiamo dosare il farmaco fino ad azzerare oppure rendere minuscola questa concentrazione perché sappiamo, per esempio, che un soggetto che ha 20 genomi equivalentei di HIV nel sangue non è infettivo e non ha neanche i sintomi ».
LA CARICA VIRALE EI FALSI POSITIVI
« Omnia venenum sunt : nec sine veneno quicquam existit . Dosis sola facit , ut venenum non sit . O vvero: Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto. La caricatura virale è il principio fondamentale che determina la patogenità e trasmissibilità n tutti gli agenti: virus, funghi e protozoi »afferma Palù citando ciò che scrisse Paracelso nel XVI secolo.
«E’ indubbio che oggi le cariche virali siano più alte perché non siamo più all’aria aperta come quest’estate, non siamo esposti ai raggi ultravioletti e siamo in ambienti chiusi. Ma non c’è un test validato che misuri la carica virale: un laboratorio può farlo a livello sperimentale. Ci sono strumenti aperti in grado di misurare i CT (Cycles test) i Cicli di amplificazione genica. Un’amplificazione sopra 32 cicli può evidenziare una concentrazione positiva che in realtà è negativa: perché amplificare troppo le sequenze può individuare quelle solo lontanamente imparentate producendo i cosiddetti “falsi positivi”. Molto dipende poi dal numero di geni di SARS-Cov-2 che vengono amplificati: se se ne amplifica uno solo aumenta il rischio di una confusione con altri geni microbici» precisa il virologo padovano.
Questa spiegazione è sufficiente per dimostrare i motivi per cui, nelle ultime settimane, in Italia ci sono stati più positivi che in Germania, come evidenziato anche da Maurizio Blondet sul suo sito di contro-informazione: «Il mistero è rapidamente svelato dall’ospedaliero francese Léopold Durocher: dipende, sostiene, dai cicli di amplificazione del test PCR adottato nei vari paesi. Con 40 cicli di amplificazione si trovano 20 mila positivi. Con 45 cicli di amplificazione, i positivi diventano 30 mila. La Germania usa 25 cicli di amplificazione, e i suoi positivi sono 7 mila».
Ma il profesor Palù rileva un'ulteriore fonte di ingiustificato allarmismo in relazione alle condizioni degli ospedalizzati: «Sono circa il 6% dei contagiati mentre ricordo che a marzo-aprile erano il 25%. Molti di questi ricoverati hanno sintomi lievi, alcuni sono ricoverati per ragioni sociali: perché non hanno a casa nessuno, sono anziani, hanno paura, non hanno chi li assiste o perché vivono in una casa con figlioli giovani e nipotini che dicono “meglio che ricoveri perché hai un po 'di febbre ”oppure“ meglio che ti ricoveri perché non sei abbiente ”. E 'una situazione diversa ».
VIRUS MUTATO: LETALITA 'E IMPATTO CLINICO MINORI
E 'una situazione diversa anche per quanto concernne il rischio di letalità, come ben spiega ancora l'accademico di virologia. «A Padova abbiamo fatto uno studio con l'Azienda Zero per vedere qual'era la circolazione del virus nel Veneto. Gli studi ci dicono che la letalità oscilla tra lo 0,3 e lo 0,6%. Vuol dire una letalità relativamente bassa: più bassa di altra di altre malattie, sicuramente più degli incidentei stradali, dei suicidi e delle patologie respiratori por causa nanopolveri. Il che ci dovrebbe far dire: “Non moriremo tutti” come qualcuno evocava. Non è la Spagnola che ha fatto 50-100 milioni nel 1918: ma allora non avevamo pennicilina, né cortisone, né eparina, né rianimazioni, né antibiotici ».
«E 'la prima volta che un Coronavirus diventa pandemico: quindi è un virus che può colpire tutta la popolazione globale. Noi non abbiamo mai incontrato nella storia della nostra evoluzione e quindi giustamente bisogna allertare le persone soprattutto all'inizio perché non conoscevamo le conseguenze Questa narrazione è stata a volte isterica, allarmistica, anche da parte dei media, tesa a scocitare » Palù che ha anche scritto il libro “La comunicazione al tempo del COVID-19”.
«Uno che si ocupa di scienza deve dare dei dati oggettivi e cercare di spiegarli. Ci sono due risvolti della medaglia: oggi siamo in una fase esponenziale, il virus sta aumenta con un'impennata e questo ci deve giustamente preoccupare perché più aumenta l'incidenza e più possono aumentare i ricoveri, i casi gravi e la letalità. C'è l'altra faccia che ci tranquillizza: afortunadamente abbiamo poche persone en Rianimazione e la letalità è relativamente bassa. E soprattutto ci sono molti asintomatici ».
«Dal punto di vista della virulenza non è cambiato molto. Ma rispetto al virus orginario sequenziato a gennaio - che ricordo viene dalla Cina, da Wuhan, lo hanno detto loro e non sappiamo se naturale o artificiale e forse non lo sapremo mai - è cambiato: ci sono state molte mutazioni, una che la reso addirittura più replicante, è la mutazione 614 nel gene per la proteina Spike che ne è recettore. Sembra che lo abbia reso più replicante in grado di trasmettersi meglio, ma non è detto che lo abbia reso più agresivo, più virulento o più letale »afferma il virologo padovano.
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«Ci sono altre centinaia di mutazioni di cui non conosciamo esattamente l'impatto. Faccio parte di un gruppo di virologi, matematici e fisici che sta analizzando tutti i tipi di sequenze Coronavirus del pipistrello, del pangolino, del visone e ovviamente dell'uomo. Stiamo concentrando la nostra attenzione non solo sull'origine del virus ma anche sulla sua patogenità. Ma i dati sono difficili perché le mutazioni sono tante. Per studiarle bene ci vuole un anno o due anni per un virologo perché bisogna vedere cosa fa con ogni singola mutazione. Non possiamo dire che il virus abbia perso virulenza, in termini filosofici, ma qualcosa è cambiato nell'impatto clinico ».
El profesor Palù si sofferma poi spiegare che il criterio di archiviazione dei dati ai fini statistici-epidemiologici impone di considerare quali vittime dell'infezione tutti i contagiati deceduti.
«En Italia ci sono dai 10 ai 20milioni casi di influenza all'anno con 10mila morti: di questi saranno 300-400 quelli morti per polmonite virale da influenza, il resto sono complicanze batteriche e comorbosità (diabete, ipertensione ecc). E 'giusto quindi atribuire al SARS-Cov-2 i 36mila morti, dovremmo però dire che nel 90% questi eventi letali sono avvenuti tra gli ottantenni in su con altre patologie (respiratorie, cardiovascolari, metaboliche, diatesi) cioè tutto quello che produce infiammazione nel nostro corpo. Molti dei morti per Covid-19 erano ricoverati per un aneurisma, per una trombosi di altra natura, un infarto o un tumore terminale
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Ecco quindi la conclusione: «Al momento no è la stessa situazione di marzo, abbiamo mezzi per diagnosticare con tamponi rapidi che possono impattare nel contenimento del contagio ed abbiamo farmaci che sappiamo usare meglio per curarlo. Consiglio comunque anche ai 50enni la vaccinazione non solo contro l'influenza stagionale ma anche contro lo pneumococco: esse fortificano contro qualsiasi invasione patogena ».
Ma molti politici aspiranti podestà si stanno concentrando più sulle politiche del terrorismo pandemista facendo aleggiare lo spettro di un nuovo devastante lockdown natalizio anziché impegnarsi sull'ottimizzazione terapeutica nella rete sanitaria tra medici di base e ospedali. Come se un'ulteriore serrata fose l'obiettivo Strategico per suicidare l'economia dell'Italia e per costringere tutti a immuninarsi contro il SARS-COV-2…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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